Ormai con la globalizzazione ed il consumismo sfrenato che ne consegue, la festa di Halloween ha di fatto superato ogni confine diventando una ricorrenza conosciuta in tutto l’occidente.
In Italia questa festività si affacciò agli inizi degli anni ’90 andando a toccare equilibri culturali molto fragili, dal momento che fin dal VIII secolo in Italia e nell’Europa cristiana, il periodo che va dal 31 ottobre al 2 novembre è dedicato esclusivamente alla commemorazione dei defunti e alla memoria di tutti i Santi.
In realtà, come scopriremo in questo articolo, la festa di Halloween non è mai andata via dal continente europeo, al massimo si è fatta un restyling nel Nuovo Mondo per ritornare non certo migliorata; sicuramente meno genuina.
Diciamo che anche lei ha subito l’impoverimento simbolico che contraddistingue la nostra epoca, in cui se una cosa non è utile e fruibile allora non conta veramente.
Ma andiamo per gradi.
Vorrei partire dalle radici religiose e culturali della nostra Europa per arrivare al famoso “Trick or Treat” e capire meglio assieme a voi da dove proviene veramente questa festa piena di contraddizioni e simboli, spesso additata come festa estranea alla nostra tradizione e addirittura di matrice diabolica.
Nell’Europa pre cristiana prevalentemente contadina, tutto girava attorno al ciclo stagionale. Questo perché pioggia, sole, caldo, freddo e ogni tipo di cambiamento climatico, condizionavano il raccolto e di conseguenza la sopravvivenza di persone che, senza di esso, non avrebbero potuto vivere altrimenti.
Non esistevano supermercati, serre o grandi produttori in cui comprare il grano per nutrirsi: se non si mieteva e non si raccoglieva a sufficienza, semplicemente si moriva di fame (o di forca per mancato tributo al signore del proprio popolo).
Detto questo, si capisce come ogni passaggio da una stagione ad un’altra divenne facilmente un evento comunitario, un’occasione per ritrovarsi, festeggiare e celebrare insieme le divinità, nella speranza di tempi di abbondanza e di buona salute.
In quasi tutti i calendari antichi pre cristiani, si evidenziano 8 passaggi coincidenti con i solstizi, gli equinozi e i momenti di raccolta e transumanza.
Uno di questi passaggi era lo Samhain, ricorrenza celtica dedicata all’ultima mietitura e alla morte della luce diurna. Infatti, dopo l’equinozio autunnale, la durata della luce solare diventa evidentemente più breve e la natura comincia un lento, ma costante cambiamento per arrivare alla “morte” invernale.
Questa festività era contraddistinta da un’atmosfera oscura e lugubre, poiché i temi della morte e del buio erano centrali. Ciò è evidente anche leggendo i numerosi miti riguardanti il periodo autunnale in cui si riscontrano racconti legati al mondo ultraterreno e alla facoltà, che questo tempo possiede, di facilitare un superamento “dei confini” da parte di entrambe le dimensioni. C’è da dire però, che i festeggiamenti legati allo Samhain erano caratterizzati anche da fuochi propiziatori in segno di nuova rinascita e speranza, offerte e danze rituali. L’atmosfera, benché incentrata sul concetto di fine, aveva però una parallela valenza di speranza futura, perché nel mondo ciclico dei Celti, in cui una fine era sempre legata ad un nuovo inizio, anche l’inverno ero seguito sempre da una primavera.
Con l’arrivo del cristianesimo iniziò l’“inculturazione” dei popoli pagani, cioè il sostituire per assonanza le feste pre cristiane con ricorrenze liturgiche ed evangelizzare così, attraverso le pratiche e la predicazione un popolo ancora lontano dalla conoscenza della salvezza biblica. Questo processo non sradicava del tutto le tradizioni che si andavano a trovare ma, per somiglianza di simboli, si andava a “coprire” e a rispiegare i significati nell’ottica cristiana. Per questi motivi oggi, molte delle nostre feste ricalcano ricorrenze molto più antiche mantenendo spesso la stessa simbologia, elementi decorativi e usanze popolari.
Ad ogni modo, con l’inculturazione i cristiani sovrapposero alla festa dello Samhain la commemorazione dei fedeli defunti proprio ricalcando il tema e la simbologia della morte in vista di una risurrezione, di una nuova rinascita. D’altra parte, è innegabile che questa stagione sia intrisa di una vivace malinconia che pervade l’animo umano, un senso di tramonto continuo e un sottile richiamo al letargo; queste sono sensazioni ancestrali alle quali, l’uomo tenta di dare una codificazione celebrandole e mettendo in atto pratiche e riti.
Ovviamente sostituire una festa antica e radicata come lo Samhain non fu cosa facile (nonostante le “persuasioni” del caso) e si finì col crearsi una festività ibrida tra due posizioni nette: chi non rinunciò alla vecchia tradizione, chi la sostituì completamente e chi (la maggioranza) creò un compromesso tra le due parti.
È proprio in questo “ibrido” che cominciò a nascere ciò che oggi chiamiamo Halloween e i vari elementi che lo compongono sono rintracciabili sia nell’antica religione pre cristiana, sia nel cristianesimo.
Le tradizioni popolari che presto ne nacquero misero le basi per i tre aspetti più noti che contraddistinguono l’attuale festa: un lumino acceso in ricordo e rispetto dei famigliari defunti, il bussare alle porte dei vicini e il travestimento.
Infatti, durante le notti che precedevano il 2 novembre ogni nucleo familiare usava accendere dei ceri in suffragio delle anime dei propri cari e li poneva all’interno di rape per proteggerli dagli eventi atmosferici; nacque anche l’usanza di bussare alle porte delle case chiedendo un pezzo di pane o della frutta in cambio di preghiere per le anime purganti della famiglia e l’uso di travestirsi da morti o demoni per esorcizzare o confondere le forze del male che, in queste notti secondo la credenza popolare, potevano oltrepassare il “confine” che divide questo mondo dall’altro e creare seri problemi ai vivi, come malattia, pazzia e morte.
Tutto questo andò avanti dal VIII secolo fino al XVII, cioè fino a quando i cristiani di origine irlandese migrarono per le Americhe portando con sé tutte le proprie tradizioni culturali e religiose, comprese le festività.
Nel Nuovo Mondo dovettero riadattare tutto e così le piccole rape, molto meno coltivate in America rispetto all’Europa, cedettero il posto alle ben più grandi e comuni zucche e, per conservare anche le altre leggende provenienti dalla cara vecchia Irlanda, si mescolarono a questi elementi anche le più recenti storie folkloristiche come quella del furbo Jack O’Lantern, che presto divenne tutt’uno con la grande festa di All Hallows’s Eve, letteralmente “Vigilia di Ognissanti”.
Il tempo fece il resto e l’America del XX secolo confezionò la festività svuotandola da tutti i suoi valori e significati più profondi per riproporla al mercato del mondo intero come un giorno in più di consumo e svago, il tutto “condito” con un’atmosfera macabra e spettrale.
Manca però uno degli elementi più importanti: la strega! Come mai questa figura è diventata una delle icone più note di questa festività?
Le streghe non erano altro che le donne rimaste fedeli alla vecchia tradizione pre cristiana (in parte o totalmente), e che finirono per essere viste come adoratrici del diavolo, poiché la loro preghiera era rivolta ad altre divinità o ad altre forze che non erano presenti nel testo biblico e quindi ritenute di natura diabolica. Queste persone rimasero fedeli alle antiche usanze celebrando festività ormai estranee alla religione cristiana e diventando qualcuno o qualcosa da emarginare se non da eliminare.
Se tiriamo quindi le somme di questo lungo articolo, che ho cercato di semplificare e snellire per non annoiare troppo, capiamo benissimo che l’attuale festività di Halloween in realtà non è affatto una festa americana o nata dalle industrie dolciarie, ma un bellissimo risultato di tradizioni, credenze e retaggi ancestrali di matrice europea, purtroppo appiattito dal freddo marketing d’oltreoceano.
Un’ultima risposta ad una domanda che sicuramente vi verrà in mente: ma allora se Halloween è una festa ricca di tradizione cristiana e conservata gelosamente dai migranti cattolici irlandesi, perché oggi gran parte della Chiesa lo rigetta?
In realtà la causa di questo astio non proviene originariamente dalla Chiesa Cattolica, ma dalle varie comunità protestanti presenti in America. Il protestantesimo additava come superstizioso ogni uso liturgico o para-liturgico cattolico ed in contrasto con gli irlandesi, giudicarono come superstiziose anche tutte le loro pratiche e devozioni, comprese le festività.
Tornata in Italia, la festa di Halloween, portava con sé una fisionomia non più riconoscibile e con una brutta reputazione ed in quattro e quattr’otto venne rigettata e archiviata come festività non cristiana, mentre in realtà ha vissuto la stessa identica trasformazione del Natale. Quest’ultimo però, contrariamente alla festa di Halloween è riuscito ad unire in maniera più armoniosa le tante tradizioni di cui è composto e, avendo senza dubbio un tema molto più rassicurante, si è sviluppato (anche se con tanti compromessi), in maniera simile in tutto il mondo occidentale.
Ma di questa festività parleremo a tempo debito.
Amas Veritas